Recensione The Witcher 3: Wild Hunt + DLC

Finalmente dopo un lunghissimo viaggio ho concluso The Witcher 3 e i due relativi DLC ( Hearts of Stone e Blood & Wine).

The Witcher 3 è ambientato a sei mesi di distanza da Assassin’s of Kings e il protagonista Geralt of Rivia dopo aver recuperato la memoria parte alla ricerca di Yennefer, la donna tanto amata e voluta. Questo è soltanto l’inizio dell’ avventura che ci metterà di fronte un altro difficile scopo ovvero quello di cercare la giovane Ciri, un allieva molto legata a Geralt  ma che non ha mai avuto la possibilità di diventare witcher. Non sarà facile trovarla e metterla al sicuro perchè sulle sue tracce ci sarà anche la Caccia Selvaggia. Ci troveremo quindi a viaggiare tra le desolate terre del Velen, passando per la capitale Novigrad finendo in un secondo momento sul freddo arcipelago delle Skellige. Queste sono soltanto le basi di un intricato sistema narrativo messo su da CD Projekt e anche non avendo giocato il secondo capitolo sarete comunque in grado di godervi al pieno il titolo. Evitando qualsiasi tipo di spoiler vi basti sapere che la storia è divisi in tre atti principali; oltre al filone narrativo ci sono anche un numero spropositato di quest secondarie molto varie e che si legano perfettamente alla main story andando ad approfondirla. Troviamo poi i contratti da witcher, degli incarichi dove geralt leggendo annunci da alcune bacheche sparse per il mondo di gioco verrà ingaggiato da alcuni personaggi per sconfiggere determinati mostri. Oltre a questo durante l’esplorazione ci troveremo di fronte dei dungeon da esplorare, nidi di mostri da distruggere e punti di interesse dove potremo trovare eventi e persone in pericolo da salvare.Insomma ne vedrete di tutti i colori con linee narrative interessanti che coinvolgono personaggi noti della saga passando a variazioni sul tema come le corse dei cavalli a sezioni stealth dove dovrete seguire un determinato personaggio o mostro. I contratti da witcher che si trovano nelle apposite bacheche ci obbligano ad andare a caccia di mostri più o meno rari e tramite l’approfondito bestiario dovremo scoprire i loro punti deboli per sconfiggerli; potremo quindi contrattare il prezzo della caccia prima di iniziare e dopo l’uccisione guadagnare trofei da appendere sul fido destriero che sbloccano bonus passivi. Poi ci sono i punti interrogativi sotto forma di cacce al tesoro che ci stimoleranno nella ricerca di appunti e documenti in costruzioni in rovina, caverne e piccoli dungeon dove potremo trovare schemi per craftare armi ed armature da witcher. Tutto questo ruota intorno all’esplorazione e al dialogo quasi ossessivo con i personaggi che ci troveremo davanti e che approfondiscono maniacalmente la “lore” del mondo di gioco. Un elemento forse troppo abusato è il cosidetto “senso da witcher” che potremo attivare sempre per evidenziare oggetti d’interesse e quando richiesto per seguire impronte o indizi che ci porteranno in un determinato luogo.

Dopo questa doversa premessa su gli elementi di gameplay va sicuramente sottolineata l’incredibile densità e varietà del mondo di gioco. A tratti quello che vedremo a schermo è soverchiante; ovunque ci spostiamo ci sarà qualcosa da fare e da vedere e anche soltanto il passeggiare a cavallo tra piccoli villaggi,campagne,sentieri di montagna,castelli abbandonati e in rovina sarà molto soddisfacente ed appagante. La mappa di gioco è straboccante di punti di interesse da “vivere” e visitare oltre al fatto che la vastità della stessa richiederà del tempo per essere attraversata (anche se è comunque disponibile il classico fast travel da alcuni punti sulla mappa prestabiliti). Continuando con l’analisi poi ce da sottolineare come il “livellamento” automatico dei mostri sia scomparso e adesso sarà impostato in base alla zona dove ci troveremo e questo certe volte richiederà un pò di backtracking per tornare sui nostri passi per completare alcune sezioni prima proibitive oppure uccidere mostri lasciati indietro perchè superiori al nostro livello. Da non sottovalutare in tutto questo l’ottimo lavoro svolto con l’alchimia punto cardine da sempre della saga; rispetto al passato è stato migliorato ed approfondito e adesso è possibile sempre tramite l’apposito menù di gioco creare pozioni,unguenti,decotti e bombe. Anche il sistema generale di crafting è stato approfondito ed è diviso in tre sezioni specifiche: materie prime,armi ed armature. Le materie prime saranno del semplice loot da raccogliere (come erbe e matarieli minerari) e saranno direttamente sfruttabili dal giocatore mentre per armi ed armature serviranno degli appositi armaioli o fabbri.Questi ultimi oltre a creare armi di diverso tipo potranno anche smontare armi e rimuovere glifi per trasformali in materiali da utilizzare in altri scopi.

Adesso passiamo alla materia più amata dal witcher ovvero il combattimento. Questo è stato uno degli elementi più criticati dal pubblico ma pur non raggiungendo vette di perferzione come in dark souls riesce ad essere comunque soddisfacente e apprezzabile anche con i suoi difetti. L’assenza di feedback dei colpi e la sensazione di “leggerezza” delle armi è sempre presente ma l’alternanza di fendenti (leggeri e pesanti), le schivate e l’uso di segni,bombe e pozioni rende il combat system comunque vario. Il livello di difficoltà non è altissimo anche se a livello “marcia della morte” l’uso di pozioni ed unguenti diventa fondamentale; certo gli sviluppatori non hanno mai dichiarato di voler concentrare il fulcro del gioco sulla difficoltà ne tanto meno sulla varietà dei pattern dei nemici ma comunque l’ ia dei nemici non si comporta male. Le animazioni e la gestione dei movimenti di geralt e del fido destriero rutilia risultano un pò difficoltose e spesso ci ritroveremo a rimanere incastrati in staccionate o in semplici ostacoli facilmente superabili.Per concludere l’analisi sul combat system posso non citare il sistema di crescita di Geralt; potremo acquisire punti abilità completando quest e contratti ma non uccidendo semplici nemici e potremo spendere i punti guadagnati tramite quattro alberi di abilità. Dovremo poi inserire queste abilità acquisite in alcuni slot che si sbloccheranno con l’avanzamento del livello di geralt e inoltre ci saranno altri slot aggiuntivi dove posizionare i mutageni per sbloccare altre abilità passive.

Passando all’aspetto puramente tecnico Tw3 è una vera gioia per gli occhi; si è parlato a lungo prima dell’uscita di un downgrade grafico ma questo passa subito in secondo piano quando ci troviamo ad attraversare certe porzioni di mappa e godere di alcuni panorami epici. Cavalcare attraverso fitte foreste,campi coltivati o avvicinarsi a villaggi e città mentre le ore passano e si avvicina il tramonto e le nuvole si caricano di acqua pronta a scatenarsi in tempeste con tanto di fulmini è un esperienza quasi unica in questo genere. Altra nota di grandissimo merito è per quanto riguarda il comparto audio; non ce il doppiaggio in italiano ma quello in lingua originale è veramente ottimo su quasi tutti i personaggi che troveremo e le musiche che ci accompagneranno durante tutto il viaggio e scandiranno gli eventi a schermo sono davvero epiche e composte in maniera superba.

Capitolo di analisi a parte per quanto riguarda i due DLC aggiuntivi che sono usciti successivamente al capitolo originale. Sè con il titolo base gli sviluppatori polacchi hanno fatto un lavoro incredibile con questi due dlc riescono pure a superarsi. Con Hearts of Stone ci troviamo di fronte ad una nuova storia da vivere e che prende vita sempre utilizzando la mappa del velen mentre con Blood & Wine ci troviamo di fronte addirittura ad un nuovo filone narrativo e che si ambienta in una mappa creata e pensata ex novo (il ducato del Toussaint); quest’ultimo in particolare si lascia alle spalle la desolazione e la povertà del velen per tuffarci in una realtà fatta da principi e principesse e da vigneti ricchi di storia e tradizioni. Prendendo quindi in analisi soltanto i due DLC ci potremo trovare di fronte ad un opera a sè stante che potrebbe fare addirittura meglio di altri titoli dello stesso genere.

Per concludere quindi The Witcher 3: Wild Hunt è un titolo soverchiante quasi sotto tutti gli aspetti che propone. Una narrativa e uno svolgimento degli eventi sopraffina e mai banale, una mappa e delle ambientazioni che sembrano disegnate con il pennello e pronte a prendere vita e forma in base a come noi ci sposteremo all’interno della stessa. Una varietà di eventi e di cose da fare fuori dal normale e con l’effetto “wow” sempre pronto a presentarsi in ogni situazione ed in ogni momento vissuto nell’avventura. La longevità poi è qualcosa di imprevidibile grazie alla miriade di storie da vivere ed eventi da plasmare con le nostre azioni e un numero di linee di dialogo sconfinate dove potremo decidere la sorte di personaggi e di intere comunità. Se poi ci aggiungiamo i due DLC usciti successivamente e che vanno a migliorare ulteriormente il titolo e ad alzare il numero di ore che ci vedrà protagonisti in questo fantastico mondo, ci troviamo di fronte ad un opera che merita di essere vissuta sotto tutti gli aspetti.

Questa rimarrà un opera scolpita nella roccia e probabilmente verrà ricordata negli anni come una delle migliori nel suo genere o almeno sicuramente di questa generazione videoludica.

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VOTO: 9.5

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