Recensione Death Stranding

Quando ci si appresta ad iniziare un titolo targato Hideo Kojima bisogna sempre fare una doverosa premessa.E’ giusto tenere in considerazione che si tratta di produzioni non adatte a tutti i gusti e che la forte autorialità  potrebbe far storcere il naso. Dopo l’indiscusso successo della Metal Gear saga Kojima Productions si separa nel 2015 da Konami e quindi l’autore giapponese trova un nuovo supporto in Sony che decide di pubblicare la sua nuova produzione.

Il cast è quello da far girare la testa con attori del calibro di Norman Reedus,Mads Mikkelsen e Léa Seydoux a prestare il volto rispettivamente a Sam,Clifford e Fragile.

 

Ci troviamo di fronte ad un mondo post-apocalittico devastato appunto dal Death Stranding e questo evento ha portato sulla terra creature note come C.A. che a loro volta con la loro presenza scatenano la cronopioggia.Il compito della Bridges (una compagnia di corrieri) e in particolare di Sam è quello di ricollegare gli Stati Uniti tramite le ultime città e avamposti rimasti (UCA). Per fare questo ci viene chiesto dagli abitanti di questi avamposti di trasportare del carico che servirà per ricollegare le città e mettere fine a questo isolamento forzato.Quindi alla base del tanto chiaccherato e misterioso gameplay cè proprio le necessità di trasportare merci e materiali e per questo ci vengono messi a disposizione diversi mezzi e gadget. Ed è qui il cuore pulsante di death strading. Di fatto una gestione cosi minuziosa del carico da trasportare non si era mai vista. Si deve tenere conto del massimo peso trasportabile da Sam,dal peso effettivo di quello che si deve trasportare e della conformazione di mappa e terreno. Qui per riuscire a guadare un semplice fiume o attraversare una parete rocciosa è meglio guardarsi intorno e cercare nell’inventario qualcosa che possa essere utile (tra scale,picchetti,corde). Inoltre lo zaino puo essere ampliato sia come capacità che come peso trasportabile e puo essere migliorato con alcuni accessori molto utili(tipo quello per migliorare la stabilità del carico). Ma una volta deciso come e dove portare questo carico ce da mettere in considerazione anche altri pericoli che troveremo durante i nostri spostamenti come la presenza dei MULI (altri corrieri) e appunto la già citata cronopioggia che gioca un ruolo fondamentale nella riuscita delle missioni. Perchè il carico non solo va trasportato a destinazione ma va fatto nel migliore dei modi facendo si che non si rovini o comunque il meno possibile. Una caduta su un terreno impervio prima rovinerà  il pacco e il suo contenuto cosi come lo farà in maniera permanente anche la cronopioggia. Per risolvere questo problema si potranno creare strutture per ripararsi dalle intemperie e appunto dare nuova linfa al carico. Si può decidere di far riposare Sam in alcune basi create ad hoc oppure arrivare a destinazione e farlo direttamente in quelle UCA.

 

La cosa che lascia stupiti in Death Stranding è come una semplice routine di gameplay già presente in praticamente ogni titolo qui riesca ad essere esaltata ed esaltare il giocatore. Scegliere cosa portare (che sia il carico principale o gadget),decidere come posizionare minuziosamente il carico per rendere il personaggio il piu stabile possibile, decidere se avvalersi di mezzi come moto,camion,hoovercarro è davvero molto appagante. Ma lo è ancora di più scegliere se giocare con o senza il multiplayer asincrono cosi tanto voluto e pubblicizzato da Kojima. Questo rende l’esperienza ancora più unica e fa si che il senso di condivisione e di unione venga amplificato al massimo. Se nella mia partita trovo un aiuto che mi permette di superare un ostacolo naturale senza fare uso della mie risorse perchè poi non dovrei rendere il favore ad altri giocatori? Ed è cosi che il senso del Like tanto in voga sui social prende senso e questo fa si che ci si senta meno soli nel nostro viaggio.

Tecnicamente parlando il titolo lascia positivamente molto colpiti anche grazie al Decima engine già utilizzato in horizon zero down con paesaggi stupendi e scorci davvero evocativi. Il sonoro poi non è da meno con un ottima localizzazione e un comparto musicale davvero azzeccato. Il sistema di controllo è abbastanza preciso e anche se inizialmente i menu di gioco sembrano funzionare male si rivelano davvero completi. La durata di Death Stranding varia molto a seconda di come si decide di giocarlo puntando soltanto al completamento della storia si riesce a terminare in 30 ore ma è davvero un peccato non perdersi nell’esplorazione della mappa. Puntando poi alla costruzione di tutte le infrastrutture per facilitare gli spostamenti e al raggiungimento del grado piu alto di giudizio per ogni consegna si arriva tranquillamente alle 80/90 ore. Peccato che tutto questo non venga supportato da una difficoltà di gioco (neppure durante le boss fight) e un gunplay degno. Di fatto non è presente il gameover e questo è una bella trovata ma le armi che ci vengono messe a disposizione tranne un paio che servono per muoversi silenziosamente sembrano sparare a salve. Alcuni difetti ci sono e durante il corso dell’avventura saranno pure piuttosto evidenti. Inutile dire che una certa ripetivitità di fondo si sente nello svolgere queste consegne e alla lunga questo potrebbe stancare ed il fatto che sulla nostra strada i personaggi secondari ci vengono presentati soltanto tramite ologrammi non aiuta.

 

Quindi in conclusione Death Stranding è il picco più alto raggiunto da Kojima nelle sue produzioni? probabilmente si perchè l’autoralità espressa questa volta raggiunge livelli mai toccati prima e si sente come in nessun altra opera.

Ma forse sarebbe potuto essere ancora migliore (e troppo facile dire capolavoro) se il suo ego in qualche modo fosse stato messo a freno. Lui aveva detto di non aver compreso in pieno death strading e dopo averlo finito e metabolizzato non stento a crederci.

Per vivere questa esperienza bisogna scendere a compressi ma se si decide di farlo forse si capirà perchè Death Stranding verrà ricordato nel tempo.

 

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VOTO: 9.0

 

 

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