Recensione Far Cry 3

Dopo il buon debutto con il primo Far Cry nel lontano 2004 e l’uscita del discusso Far Cry 2, ubisoft ci riprova con un nuovo capitolo di questa fortunata serie. Sono riusciti a risolvere il problema del respawn selvaggio che affliggeva il secondo capitolo?questa volta abbiamo un ambientazione meno noiosa? la risposta è si,ma scendiamo nel dettaglio.A questo giro ci troviamo nei panni di Jason Brody,un allegro turista che inizialmente si trova con gli amici su di un isola per una semplice vacanza,ma poco dopo viene catapultato in una realtà completamente diversa.

La storia devo dire che personalmente non mi ha appassionato tantissimo ed è anche abbastanza prevedibile(a parte piccoli dettagli). Sinceramente mi sarei aspettato qualcosa di più avvincente e meglio narrato. Ci sono delle incongruenze da film di serie B insomma,che potevano sicuramente essere evitate. In ogni modo la storia fila via liscia e si lascia apprezzare per quel che è. Non mi è piaciuto però il fatto che Jason in un batter d’occhio si trasformi nel rambo di turno; inizialmente non sà sparare un colpo,dopo poco tempo invece maneggia qualsiasi arma con destrezza impressionante. Va bene che siamo davanti ad un vg,ma insomma una cosa cosi non mi fà saltare di gioia. La combriccola di Jason poi non è stata molto ben caratterizzata, ed i personaggi non sono per niente carismatici. Gli unici che veramente si salvano sono Vaas e il dottor Earnhardt (anche sè poteva essere maggiormente sfruttato nell’evolversi della storia).Il gameplay è quello classico dei freeroaming di questo genere,potremo decidere sè svolgere soltanto le missioni principali oppure cimentarsi anche in quelle secondarie che sono molte anche sè non brillano per varietà. Si possono raccogliere reliquie,trovare lettere,esplorare grotte in cerca di tesori e quant’altro. Spesso però si svolgono soltanto per riuscire a guadagnare qualche soldo da spendere nelle armi. Nelle prime ore di gioco cè la curiosità nell’ esplorare la mappa(veramente ampia) per scoprire cosa ci aspetta; troveremo le basi dei pirati da ripulire,animali più o meno feroci da abbattere in modo da poter usare le pelli per costruirsi zaini e fondine per portare dietro più armi. Ma come detto dopo le prime 4-5 ore di gioco la curiosità sparisce,perchè in effetti a parte seguire la trama principale rimane da fare ben poco.Dopo il tutto si riduce al semplice guadagno di denaro,che poi è fine a sè stesso in termini di gameplay; al completamento di ogni missione principale si viene ricompensati con delle armi gratuite da equipaggiare negli store dell’isola.

Quindi a che pro “sbattersi” nel cacciare animali per guadagnare soldi quando poi ci vengono regalate le armi? perchè comprare millemila armi se poi ne possiamo equipaggiare soltanto 4(anche con la fondina più grande)? altri compiti secondari sono quelli della raccolta delle erbe per produrre siringhe da utilizzare sul personaggio per potenziarsi momentaneamente oppure per curarsi a mò di medikit;ma anche qui curiosità nel raccoglierle dura poco,perchè in effetti non servono a molto.Ad aggravare quanto detto sopra poi cè l’ia nemica che non è poi granchè. Anche a livello massimo di difficoltà difficilmente sono morto. I pirati o chi per loro non ti seguono mai,non ti vengono a scovare e difficilmente usano tattiche per farti fuori. Paradossalmente è più facile essere killati da qualche animale che si trova sull’isola(tigri,leopardi,coccodrilli). Gli scontri con i nemici quindi non sono molto appassionanti e neanche quelli contro i due cattivoni; avrei preferito infatti il classico scontro,anche sè visto il personaggio pazzoide di Vaas direi che ci può stare,mentre con Hoyt invece si poteva usare un idea migliore.Buona invece la varietà di mezzi di trasporto per esplorare l’isola e tutti divertenti da guidare. La mappa non è completamente visibile all’inizio,ma và sincronizzata con le torri radio cosi come succede in Assassin’s Creed. Anche qui mi sarei aspettato qualcosa di più innovativo,tanto per non rendersi ripetitivi. Interessante invece l’evoluzione del tatuaggio raykat su Jason dopo il suo arrivo nella tribù. Via via guadagnando punti exp potremo specializzarci in diverse abilità e vedremo completarsi il tatuaggio di conseguenza.

Tecnicamente il gioco non è male,ed offre degli scorci dell’isola veramente da cartolina. Cè il classico ciclo giorno-notte-alba-tramonto veramente ben realizzato. Giocato in 1920×1080 tutto su high con i filtri attivi ho notato però che alcune texture sono buone (quelle dei pg per esempio) mentre altre come quelle di alcune rocce un pò meno. La pulizia generale quindi è buona,ma è un porting da console e si nota.

Buono il sonoro,con ottimi effetti ambientali e discrete musiche. La localizzazione è discreta,tranne forse quella di Jason.La longevità è ottima,il counter steam a fine gioco segna 30 ore con meno della metà delle missioni secondarie portate a termine.

 

In conclusione mi viene da pensare che questo fc3 è una potenziale occasione persa per creare finalmente il “freeroaming fps definitivo”. I punti postivi sono una mappa molto vasta,una bella ambientazione e una storia principale che comunque si lascia giocare volentieri e fila via liscia. Dall’altro lato però mi sarei aspettato qualcosa di più vario, perchè tolto la storia principale il resto è un pò sottotono. Con una mappa cosi vasta e con una varietà di situazioni che si possono verificare in quell’ ambiente si poteva e si doveva fare di meglio.

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VOTO: 7.0

 

Una risposta a “Recensione Far Cry 3”

  1. Sono d’accordo più o meno al 100% su tutto ciò che hai scritto. Far Cry 3 è stata un’occasione mancata, un’opera che avrebbe dovuto dare molto di più ma che fallisce miseramente sotto diversi punti da te elencati. Ci si aspettava almeno un capolavoro, ma purtroppo questo rimane solo un buon gioco.

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